Lo Scudetto è di Siena: 82-47 in gara
16/06/2009 - E’ una MontePaschi con tanta voglia di portare a casa il terzo Scudetto consecutivo, il quarto della sua storia, quella che è scesa questa sera al Mediolanum Forum. Pronti via e già nel primo quarto i senesi piazzano il break, 32-9 al 10’, che vale partita e titolo di campioni d’Italia. L’AJ ci prova, ma le tante energie nervose spese nella sfortunata gara3 di due giorni fa sempre davanti ai propri tifosi si fanno sentire e non permettono ai biancorossi di entrare mai in partita. Alla fine è festa grande per giocatori e staff della Mens Sana per uno Scudetto mai così meritato: in stagione sono infatti 39 le vittorie mensanine su 40 gare disputate, un vero e proprio record.
Un applauso, grandissimo, anche all’Olimpia Milano che ha saputo raddrizzare una stagione partita male con una Finale Scudetto conquistata con merito sul campo che vale anche il pass per la prossima Euroleague.
L’ultima nota sul pubblico, anche stasera numerosissimo sulle tribune del Mediolanum Forum, che ha sostenuto e ringraziato i propri ragazzi, anche quando la gara era ampiamente compromessa dopo un primo tempo chiuso sul -30, per una stagione che ha saputo regalare grandi soddisfazioni ai tifosi biancorossi.
Partenza sprint della MontePaschi che dopo 5’33’’ è avanti 14-7 con Milano che ha già due falli con Marconato, fuori per Joey Beard, e Hollis Price, sostituito da Vitali. Gli ospiti in attacco colpiscono a ripetizione da lontano con Sato e Domercant per il primo vero allungo dei senesi con una Milano che fa fatica a costruire buoni tiri (23-9 a 3’ dalla fine). Un’altra tripla, questa volta di Terrell McIntyre, permette a Siena di allungare sul 26-9 che diventa poco dopo 28-9, a 1’23’’ dalla fine, grazie a una schiacciata imperiosa di Eze. Un tecnico alla panchina Olimpia permette agli ospiti di allungare ancora, mentre i biancorossi davvero non riescono a costruire un buon tiro. È ancora Eze sulla sirena del quarto a fissare il 32-9 per la MontePaschi con cui si chiude al 10’. Eloquente la valutazione con cui si va al primo mini riposo: 51 a -3 per i biancoverdi.
Siena è una macchina. È ancora Kaukenas da tre punti a dare il 35-9 ai suoi. I milanesi finalmente si sbloccano con Joey Beard dopo 1’55’’ del secondo periodo: ben pescato da Vitali, il numero 19 in maglia Armani Jeans appoggia al tabellone il punto numero 11 per i suoi. Vitali commette il suo terzo fallo a 7’18’’ dall’intervallo e viene richiamato in panchina per Hollis Price. Bucchi prova a spostare Katelynas da numero 5 con Mike Hall da 4, ma la musica non cambia con gli ospiti padroni del campo e l’Olimpia, sostenuta dai suoi tifosi, che fa fatica, soprattutto offensivamente a costruire tiri aperti. A 5’14’’ dalla fine del quarto gli ospiti conducono 40-11 con David Hawkins in lunetta: il Falco segna entrambi i liberi. Mike Hall prova a penetrare centralmente, viene chiuso, cade a terra e l’arbitro Cerebuch gli fischia fallo antisportivo che Kaukenas dalla lunetta e Lavrinovic da tre, traducono in un parziale di 5-0 per il nuovo massimo vantaggio degli ospiti sul 45-13. Prova ad alzare il livello della sua difesa Milano, ma è in attacco che i ragazzi di Bucchi continuano a non produrre nulla e a 2’18’’ dalla pausa lunga il tabellone dice che Milano ha messo a referto solo 15 punti contro i 47 degli avversari. Hawkins a rimbalzo offensivo e Minda Katelynas con una tripla provano a ricucire in parte lo strappo, ma è Tomas Ress a chiudere con una schiacciata a due mani il primo tempo per il 50-20 (75-5 per Siena la valutazione complessiva di squadra) degli ospiti con cui si va al riposo. Milano chiude i primi 20’ con il 33% complessivo al tiro contro il 48% della squadra di Pianigiani; ma è alla voce palle perse/palle recuperate dove si legge il vero gap con Milano che, a fronte di 5 recuperi, ha perso la bellezza di 15 palloni.
L’Armani Jeans che torna sul parquet dopo la pausa è un’Armani Jeans con tanta voglia di lottare e di non arrendersi, ma la Mps è davvero una macchina perfetta che non sbaglia un colpo e non abbassa mai la guardia: il massimo vantaggio arriva con una tripla con fallo di Kaukenas per il 68-33 per gli ospiti a meno di 30’’ dalla sirena del terzo quarto. Piove sul bagnato e Milano ha anche tanti problemi di falli: sono infatti 3 per Hall, Vitali, Price, Hawkins e Marconato, mentre da parte senese solo Stonerook ed Eze hanno tre fischi contro a carico. Si chiude il terzo quarto con Siena avanti 68-35; i tifosi biancoverdi iniziano la grande festa, mentre quelli biancorossi continuano a sostenere i propri ragazzi.
L’ultimo quarto vive sulla falsariga del resto della gara con i ragazzi in maglia Olimpia che continuano a lottare su ogni pallone senza però mai riuscire a scendere sotto la soglia dei 23 punti di scarto. Alla fine, mentre il pubblico del Forum ringrazia uno per uno tutti i protagonisti di questa bella stagione biancorossa, il tabellone dice 82-47 per gli ospiti che vengono premiati sul campo, tra gli applausi di tutti i presenti, dal presidente della LegaBasket Valentino Renzi.
La serie finisce 4-0, per Siena un altro titolo: rivali impotenti e sistema in crisi
La Montepaschi vince il terzo scudetto consecutivo al termine di una gara 4 che è stata la perfetta sintesi di gran parte della stagione senese: 50-20 all'intervallo, spazzando via subito le residue speranze dell'Armani Jeans. La ripresa diventa solo lunga attesa per la pubblicazione di un verdetto già scritto: 82-47. Impossibile battere la Mens Sana, difficile tenerle testa se non per episodi. Così il campionato è finito con applausi di simpatia e comprensione per Milano, la prima delle terrestri. Amareggiato Giorgio Armani, che sente comunque il dovere di tranquillizzare la piazza: «Comunque vada, sono con loro». Ma alla domanda se questo sia un gruppo da confermare, replica: «Questo è un altro discorso».
Una sola sconfitta in 44 gare ufficiali in Italia, contro la retrocessa Fortitudo Bologna, e quasi sempre vittorie con scarti in doppia cifra: la supremazia di Siena quest'anno è stata ancora più netta che nei precedenti campionati, così come il suo ruolo di potenza inavvicinabile e superiore anche ai possibili lamenti degli avversari. E questo è un altro segnale di inferiorità da parte di una pallacanestro italiana che si rassegna ad un campionato scontato fin dal 1° turno.
La Montepaschi, rispetto alla concorrenza, in più non solo ha la bravura di alcuni ma soprattutto l'organizzazione generale, a fronte di avversarie che da anni preferiscono fare e disfare e affidarsi a fortune casuali anziché a programmazioni consolidate. Dunque non è proprio un caso che, alle spalle di Siena, siano arrivati club che hanno condiviso progetti a più ampio respiro: vedi l'attività giovanile di Milano e Treviso oppure il lavoro sul territorio di Biella e Teramo. Non sono nemmeno sorprendenti i flop di Roma e delle due bolognesi, da anni assemblate e smembrate per la sola gioia degli agenti e dei loro assistiti.
Ma il malessere è diffuso e non riguarda solo i risultati in campionato. Basti pensare alla nazionale e ai club in ambito internazionale: non vinciamo un’Eurolega dal 2001 e la squadra azzurra, per manifesta inferiorità dell'organico, ha clamorosamente fallito tutti gli appuntamenti dal 2005 ad oggi. Oltre la sostanza, il basket italiano soffre nella forma. Mediaticamente inesistente, scomparso dalle tv nazionali in chiaro, morbosamente legato a Sky con un triennale oggi in scadenza e messo in forse dall'emittente, allarmata per quelle (poche) migliaia di spettatori che assistono alle telecronache dei weekend: sabato sera, domenica a mezzogiorno, ancora domenica sera in orario penalizzante. Il tutto per una cifra che, con il concorso di Telecom Italia per il web, arriva a circa 3,2 milioni di euro l'anno da dividere per 16, vale a dire 200.000 euro a club, il costo di un americano di medio valore. Questo accade in un sistema che fiscalmente ci penalizza rispetto ad altri Paesi europei e in una situazione in cui la quasi totale assenza di merchandising e i bassi proventi al botteghino restringono all’apporto degli sponsor la chiave della salvezza economica dei club. Salvo gli esempi di intervento diretti della proprietà-sponsor (Armani, Benetton, in parte Scavolini) e qualche caso di mecenatismo (Toti a Roma), il resto è l’arte di arrangiarsi.
Tranne Siena. Dove l'istituzione Montepaschi garantisce fior di quattrini da quando il progetto globale di Minucci convinse la banca, prima riottosa, ad investire nel club e nel basket. Bravi dunque prima che fortunati, ma a Siena ne farebbero a meno pur magari di vedere vittorie ai supplementari, non il +35 di ieri sera.
Franco Montorro