lunedì 17 dicembre 2007

Prima sconfitta in amichevole per la Prima Squadra

Finisce 73-74 per la Pallacanestro Libertas Torino l'amichevole disputatasi venerdì scorso. Il risultato è negativo ma c'è grande consapevolezza in spogliatoio che si poteva fare meglio e che tutto sommato sono stati molti gli esperimenti di Coach Osvaldo nel match.

Nonostante le assenze di Marco Neirotti, causa infortunio, e Francesco Dal Bò che in un match così fisico avrebbero fatto comodo, la PGS Olimpia Rivoli dimostra carattere e grinta.
La partita inizia con un netto dominio avversario che nei primi minuti non sbagliano mai un tiro e si portano sul +10. Nel terzo quarto il ritardo è già colmato e la partita si gioca punto a punto.

I cambi sono frequentissimi, come è giusto che sia in una partita amichevole, e infatti nessun giocatore segna più di 10-12 punti. Le note positive sono diverse: la crescita di tutti sotto il profilo tecnico rende più facile il compito di Coach Osvaldo che sa di contare su una panchina valida, la voglia di vincere anche in amichevole è un buon segnale per il campionato e per la mentalità con cui sarà affrontato, il felice inserimento sia in campo che nel gruppo di Fabio da poco aggregatosi alla squadra.

Le note negative riguardano più che altro la scarsa sportività di alcuni degli avversari che ha contribuito a infiammare un clima che di per sè era tranquillo. C'è da dire che comunque a parte qualche episodio è stata tuttosommato una partita normalissima. Sicuramente dobbiamo imparare a tenere i nervi saldi un po' di più anche nei confronti di giudizi arbitrali errati e ripetuti, poichè sicuramente protestando non si cambia la decisione arbitrale ed anzi se ne trae uno svantaggio.
Ad esempio: l'arbitro fischia un "passi" inesistente. Il giocatore protesta in maniera plateale. Il fallo è comunque assegnato all'altra squadra. Tendenzialmente, anche inconsciamente, l'arbitro nelle azioni successive tenderà a guardare con più attenzione se quel giocatore fa "passi" di nuovo, perchè così giustificherebbe anche l'intervento precedente e riscatterebbe anche l'orgoglio che il giocatore con la protesta ha leso davanti a tutti.
Quest'osservazione non è mia... ma è di Dan Peterson, tratta dal libro "Il mio credo cestistico".

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